“La malattia e la cura per lui e per lei sono molto diverse” (IL CENTRO)

IL CENTRO del 12 marzo 2021: articolo su “Una bambina senza testa” con intervista ad Antonella Santuccione Chadha

Su Il Centro – Quotidiano d’Abruzzo del 12 marzo 2021, Jolanda Ferrara firma un articolo su “Una bambina senza testa” con intervista all’autrice Antonella Santuccione Chadha, originaria di Cepagatti (PE) e neuroscienziata e medico presso l’ospedale psichiatrico dell’Università di Zurigo.

Dall’esperienza vissuta sulla propria pelle è partita la neuroscienziata abruzzese Antonella Santuccione Chadha, medico nell’ospedale psichiatrico dell’Università di Zurigo, donna dell’anno nel 2019, per spiegare le malattie del cervello e della mente da una nuova prospettiva, le differenze di sesso e di genere. Ne è nato un romanzo-saggio, “Una bambina senza testa”, scritto in dialogo appassionante con la collega Maria Teresa Ferretti.”

“Ho voluto spiegare al lettore comune come rimuovere la paura, lo stigma che avvolge il cervello malato, disfunzionale. Il cervello si ammala come altri organi del nostro corpo, qualcosa si rompe e smette di funzionare.”

E’ confermato che esistono differenze sostanziali fra maschi e femmine nel sintomo e nella possibile terapia. […] Le malattie del cervello come depressione, ansia, morbo di Alzheimer, l’encefalite da anticorpi anti-NMDA sono malattie più rosa. Nelle donne l’Alzheimer colpisce di più e il declino cognitivo procede più velocemente, la loquacità femminile ne maschera la diagnosi. […] [La medicina ha bisogno] di un approccio di precisione multisistemico, bisogna cioè considerare le caratteristiche individuali a partire dal sesso e dal genere che rappresentano la signature, l’identità unica e irripetibile del paziente. In questo il medico ha bisogno di essere supportato dall’intelligenza artificiale.” “Mentre meno donne si ammalano di Covid, iniziano ad emergere dati che provano come le donne abbiano molti più effetti collaterali a causa del vaccino. […] Ma a maggior ragione devono vaccinarsi: le donne rappresentano la maggioranza della forza lavoro nelle strutture sanitarie e devono tutelarsi. Bisogna studiare ancora di più e capire il perché di quelle reazioni.”

Articolo di Jolanda Ferrara, IL CENTRO del 12/03/2021


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