SCHEDA TECNICA
Collana: Fuori collana
Formato: 17×24, brossurato
Pagine: 248, foto in b/n
Prezzo: € 24,00
ISBN: 9788832115949
Uscita: 30 settembre 2022
Collana: Fuori collana
Formato: 17×24, brossurato
Pagine: 248, foto in b/n
Prezzo: € 24,00
ISBN: 9788832115949
Uscita: 30 settembre 2022
Note su un esperimento pedagogico-didattico nazionale
Ideato e diretto da Nicola Bellisario
Una raccolta di percorsi, storie, documenti e testimonianze sull’esperimento didattico ministeriale ventennale (1956-1976), denominato “LA SCUOLA DELLA TOTALITÀ” che ha incarnato efficacemente un’autentica proposta di rinnovamento della pedagogia e della didattica nella Scuola italiana, monitorata per oltre vent’anni dal Centro Sperimentale didattico di Padova, dal Centro Didattico Nazionale dei Licei CDNL, sotto l’Egida del Ministero della Pubblica Istruzione e che ha anticipato molti interventi legislativi adottati solo in futuro dal Governo.
Un esperimento didattico che intende offrire spunti di riflessione utili a tutti gli operatori scolastici ed alle famiglie che sono chiamate, oggi più che mai, a collaborare con l’istituzione scolastica, in un’ottica aperta e democratica che tenga conto, appunto, della “totalità” della realtà psicologica, relazionale ed istituzionale che circonda il discente.
Gian Luca Bellisario – Psicopedagogista, è specializzato in Pedagogia Clinica, poi in Pedagogia Giuridica. Nel 2014 è stato eletto Presidente Nazionale dell’ANIPED – Associazione Nazionale Italiana dei Pedagogisti e, nel 2022, Presidente Nazionale anche dell’UNAPED – Unione Nazionale Associazioni Professionali Educative e Pedagogiche. Ha pubblicato, nel 2014, il testo: “Professione Pedagogista – Fondamenti Scientifici e normativi”, con l’editore Piccin di Padova.
Figlio dell’On. Nicola Bellisario, alla cui opera educativa e politica questo testo si ispira.
Per approfondire:
5 Comments
come preordinare?
Gentile sig. Gian Luca,
lasciamo il link per il preordino: https://www.amazon.it/scuola-della-totalit%C3%A0-Gianluca-Bellisario/dp/8832115948/ref=sr_1_1?keywords=la+scuola+della+totalit%C3%A0&qid=1659356306&sprefix=la+scuola+della+total%2Caps%2C269&sr=8-1
Cordiali saluti
Edizioni Mondo Nuovo
PERCHE’ LEGGERE QUESTO TESTO?
LA SCUOLA DELLA TOTALITA’
Note su un esperimento pedagogico-didattico ideato e diretto dal Prof. Nicola Bellisario
Molti potenziali lettori possono credere che si tratti di una semplice raccolta di ricordi attinenti al passato, riferiti ad una tipologia di scuola che non esiste più. Altri potrebbero ritenere che si tratti della semplice celebrazione del Suo ideatore, il Prof. Nicola Bellisario.
In verità vi è molto di più!
Un esperimento didattico, come noto, tende a verificare se una o più linee guida nazionali abbiano o possano avere riscontro nella pratica educativa di ogni giorno e di indagare sulla qualità delle dinamiche che ne discendono al fine di verificarne le “ricadute” in ambito scolastico e, eventualmente, rettificare le prassi che risultino disfunzionali allo scopo auspicato.
In altri casi la sperimentazione nasce a valle, su iniziativa di un istituto o una rete di istituti scolastici, con gli stessi scopi, ma con durata limitata e circoscritta ad un periodo preciso e sempre la linea con le indicazioni nazionali.
La scuola della totalità, invece, ha rappresentato il tentativo, peraltro riuscito, di rivoluzionare la scuola italiana dalla base, prospettando e proponendo innovazioni pedagogiche e didattico-metodologiche, mai attuate prima.
Per poterlo fare ci si è basati su paradigmi nuovissimi, ed ancora oggi sconosciuti ai più, sperimentati per venti anni, senza soluzione di continuità, che hanno ispirato il Ministero della Pubblica Istruzione ad assumere e adottare concretamente molte delle innovazioni proposte e verificate come innovative e rivoluzionarie.
Il testo le raccoglie tutte e sottolinea come in più di vent’anni si sia avuto modo di correggere, adeguare, rettificare ogni auspicio iniziale per renderlo idoneo e qualitativamente adeguato agli scopi prefissati.
Gli esiti rivoluzionari sono nei fatti!
Il riscontro degli allievi, molti dei quali oggi professionisti affermati, dei docenti che ne hanno preso parte da protagonisti, delle famiglie degli alunni che hanno frequentato quell’istituto negli anni della sperimentazione, lo confermano con entusiasmo e ricordano con nostalgia e commozione l’esperienza vissuta.
Molti docenti universitari, filosofi, pedagogisti, psicologi, sociologi, storici, ispettori tecnici, dirigenti scolastici, hanno svolto convegni di altissimo livello scientifico, sia durante che dopo la conclusione dell’esperimento ritenendo, unanimemente, che la Scuola della totalità abbia rappresentato un esperimento innovativo unico nel suo genere.
Per questa ragione, in testo pubblicato, non si limita a rievocare un passato desueto, ma intende stimolare nel lettore il desiderio di ripercorrere, in piena libertà ed autonomia professionale, le tappe, le esperienze ed i successi di quel tipo di scuola, riproponendola nel presente e nel futuro.
Il testo si rivolge anche ai politici, agli amministratori nazionali e locali, affinché vogliano riconsiderare il fatto che, se la scuola muta negli anni, la pedagogia, la scienza, l’approccio professionale e personale, gli scopi antropologici, sociali, non invecchiano mai, anzi, per loro natura, si riattualizzano ogni qual volta si parta di scuola e di rapporto o di patto educativo, di comunità educante, di efficacia e di efficienza, di dispersione scolastica, di disaffezione verso la scuola.
Bellisario, come hanno scritto i suoi colleghi nel giorno del suo pensionamento, ha incessantemente ricercato e poi incontrato l’autentica dimensione del “nuovo” , spesso affrontando venti contrari e forti, senza desistere, restituendo alla storia un futuro, ancora molto attuale, che affonda le radici nel passato (come in tutte le discipline) ma che anticipa il futuro “senza poter invecchiare”, gli ideali e gli auspici, ancorché confermati dai successi metodologici ottenuti, sono come i valori: possono arricchirsi, senza mai invecchiare.
In questo testo, quindi, si parla del futuro!
L’autore,
Gian Luca Bellisario
Link al video integrale di presentazione del testo .
https://youtu.be/xSPOx1UcwpE
Lettera del Sac. Rev.mo Prof. Antonio Di Lorenzo sul
Profilo umano di Nicola BELLISARIO .
NICOLA BELLISARIO: “Uomo di fede” credente e credibile.
“Fede pienamente accolta, interamente pensata, fedelmente vissuta”: questa la sintesi della vita di Nicola Bellisario, uomo di cultura, insegnante, pedagogista, impegnato nella Chiesa e in politica, padre di famiglia. Un dono per tutti, per la scuola, per la comunità ecclesiale, per la famiglia, per la società.
“Il giusto vivrà per la sua fede”: questa frase di Paolo nella Lettera ai Romani (1,17) si pone come principio generale nella interpretazione della storia. Il giusto vivrà perché il Signore è rupe solida che non vacilla nelle tempeste della vita. La fede è un’energia che si misura in base all’autenticità e all’intensità, si radica nella mente e nel cuore, nutre intelligenza e carità e genera spirito di servizio e dedizione gratuita a Dio e al prossimo. Attraverso la grazia della fede Dio “non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore, di saggezza”.
“Fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono” (Ebr.11,1). Nella lettera agli Ebrei l’autore spiega che la fede è orientata verso il futuro e si attacca all’invisibile. Questo versetto è diventato una specie di definizione teologica della fede, possesso anticipato e conoscenza certa dellà realtà, fonte di pazienza e di forza interiore. Riempie di contenuto sostanziale quello che sarebbe un guscio vuoto, è conoscenza vera, mette la realtà nella sua giusta luce, come la bellezza. Quando interpella e chiede di essere riconosciuta abbiamo bisogno di abbandonarci fiduciosamente ad essa. La fede genera bellezza nella sua triplice dimensione delle arti, delle scienze e della santità, diventa “cultura”. Fede, fiducia, fedeltà. confidenza, affidamento hanno la stessa radice etimologica e rivelano la diversità e la ricchezza del rapporto con Dio e con il prossimo. Nicola Bellisario ha vissuto nelle relazioni con tutti le sfumature di questi termini di grande valenza umana spirituale e psicologica.
Una fede umanizzante, una speranza dialogante, una carità risanante: regale trinità della sua vita. La fede cresce quando è vissuta come esperienza di un dono ricevuto e viene testimoniata come esperienza di grazia e di gioia. Una fede semplice, accogliente, aperta, senza dogane, forte e coraggiosa nei rapporti interpersonali. La “fortezza” della fede si manifestava nella mansuetudine e nel “principio di non appagamento”, come affermava Aldo Moro. La fede si vede nella misura in cui cammina, provoca la tensione fra il desiderio e i limiti. E’ anche invito alla umiltà, e al servizio, senza pretese di essere ringraziato e senza rivendicazioni. “Servi inutili” è lo stile del Vangelo, nel riconoscere le ferite e trovare la sua forza e la sua dimensione positiva. Riuscire a vedere anche quando non si vede niente, a vivere anche quando sembra non farcela, a superare le tempeste e la nebbia senza perdere mai la direzione: è il viaggio che invita a camminare sempre in avanti, procedere verso “l’oltre” ed entrare “nella verità e nella vita”.
Una domanda importante fanno tanti: perché si crede? Se si sfoglia la Bibbia si troverà la risposta: per essere sereni, vivere meglio e trasmettere, per attrazione, irradiazione e contagio, la propria fede agli altri. La fede ha tre passi, come suggerisce Papa Francesco, “ho bisogno, mi fido, mi affido”. Aver fede è acquisire una dimensione “nuova” della realtà, degli avvenimenti e delle cose.
Nicola Bellisario ha raggiunto, con la Grazia di Dio, questa nuova dimensione nella scuola, nella politica, nelle varie attività culturali, nella comunità parrocchiale, nella famiglia, nella vita, “luoghi in cui si “sperimentano le relazioni e si recuperano i significati”. (Don Tonino Bello). E’ stato l’evento più importante che ha dato forma alla sua identità di uomo e di cristiano, un chiaro appello a seguire quella chiamata alla santità che riguarda tutti. Per lui la santità ha avuto il sapore della speranza che non si piega e non si arrende alle prove della vita, non si tira indietro di fronte all’impegno, perché ha sperimentato l’incontro della nostra debolezza con la forza della Grazia. Ha intuito che c’è grande bisogno di santità, di quella santità che è anche sinonimo di bellezza, di trasfigurazione, di personalità luminosa. Una grande intelligenza affascina, ma solo una grande carità converte. Ha indicato la strada più umana, più autentica, più realista che mostra il primato della grazia ed esige tensione continua e lotta. La forza del sorriso, sempre smagliante e sereno, e della vera gioia ha mostrato la bellezza dell’amore di Dio che accoglie, consola e incoraggia. Il bello della fede è proprio questo: mantenere la sensazione profonda e benefica di un Dio che si fa nostro compagno anche nella e oltre la morte.
L’impegno nell’Azione Cattolica fin dall’adolescenza, con vari incarichi a livello parrocchiale, diocesano e nazionale, ha dato impulso e sostanza alla sua fede, creando fili che annullano le distanze e creano connessioni con tutti, con l’ardore dell’apostolato dei laici nella Chiesa e nella collaborazione attiva e preziosa. Era convinto che l’impegno nelle istituzioni era luogo di testimonianza cristiana.
Anche nella liturgia trovava il primo luogo di educazione alla fede e alla feconda interazione tra fede e vita, fede e cultura. La liturgia è anche una forma di educazione al buon gusto, perché comunica la percezione che il bello si addice alla fede e che esistono forme semplici ed eleganti attraverso cui si esprime il contatto con Dio. Con un esempio semplice coglieva l’importanza dei tempi e dei colori liturgici. Bianco, rosso, verde, violaceo: si comprendevano anche a tavola nel cambiamento delle tovaglie e dei tovaglioli secondo i tempi liturgici. Natale-Pasqua, Avvento-Quaresima, Pentecoste-Feste dei martiri, Domeniche del tempo ordinario: erano occasioni per spiegare la liturgia e “far gustare” ai figli i tempi e i colori liturgici.
La testimonianza di Nicola Bellisario, uomo di fede, ha indicato che la cultura e il sapere illuminati dal Vangelo, la ratio guidato dalla fides, non ammettono ipocrisie, doppiezze, menzogne. Rendono liberi, consapevoli che soltanto “la verità rende liberi”. Una cultura che aiuta a raggiungere tale libertà richiede uomini sinceri e trasparenti, che si preoccupano unicamente del vero bene. La “diaconia alla verità”, presente nell’Enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II, indica l’armonico sviluppo e il rifiuto di ogni ipocrisia e fariseismo.
Anche la conoscenza profonda e l’assimilazzione dei testi del Concilio Vaticano II (Sacronanctum Concilium, Dei Verbum, Lumen gentium, Gaudium et Spes) hanno dato slancio e forza alla sua formazione e alla sua fede pensata, un indirizzo preciso verso le sue scelte di vita. La liturgia, la Parola di Dio, la Chiesa popolo di Dio, Chiesa e mondo in dialogo, sono stati i temi che hanno dato nutrimento alla sua fede, impedendole di diventare “balbuziente, gnostica e sprovveduta”. E …capace di pensare in grande, con “la serenità” dell’anima, quel dono che è offerto insieme al coraggio e alla saggezza, con la capacità di presentare la Fede come il grande “SI” di Dio all’uomo, la proposta di una vita bella e gioiosa al seguito di Gesù.
La conclusione del profilo di Nicola Bellisario potrebbe essere racchiusa in questa semplice preghiera. “O Signore, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio per cambiare quelle cose che posso, la saggezza di conoscere la differenza tra le une e le altre”.
Don Antonio Di Lorenzo Lanciano 06/10/2022