di Giovanni Liberato
Negli anni che seguirono la crocifissione del Cristo, in Giudea si inasprì il conflitto tra la casta sacerdotale al potere (filoromana) e le fazioni che l’avversavano (nazionaliste), definite “minim” (“sètte”) dal Talmud. In via paraetimologica, i frati Minori hanno preservato l’alterità verso ogni forma di ordine costituito in ogni temp(i)o.
L’antagonismo al clero collaborazionista era plurale, ma aveva un leader riconosciuto in Giacomo il Giusto, fratello del Signore e primo Vescovo di Gerusalemme, capo della nascente Chiesa giudaico-cristiana. Egli era detto “OBLIAS”, parola enigmatica che i padri della Chiesa Egesippo, Eusebio di Cesarea ed Epifanio traducevano in “bastione del popolo”.
Questo appellativo “misterico” è collegabile nominalmente alla “MESADAH KASSIDIM” (“Fortezza dei devoti”), cioè all’essena Qumran, comunità che fu modello per la vita monastica, custode delle visioni apocalittiche (Rotolo della Guerra, I, 2-3): «Gli esuli dei figli della luce ritorneranno dal deserto dei popoli per accamparsi nel deserto di Gerusalemme». Giacomo il Giusto fu assassinato nel 62, e nel 66 scoppierà la grande rivolta del popolo ebraico che avrà epilogo nel 73, nella notissima strage di MASADA, roccaforte (mesadah) per eccellenza.
A partire dal Cinquecento, Pescara e L’Aquila furono accomunate dall’imponenza delle loro fortezze. Nel Medioevo, in riva all’Adriatico la sinagoga di Santa Gerusalemme divenne San Cetteo, e alle falde del Gran Sasso fu innalzata una nuova sede vescovile a immagine uguale e rovesciata della Città Santa di YHWH.
Nell’ambito della storia abruzzese, la funzione gerosolimitana dei due capoluoghi è ulteriormente descritta nell’opera “Abruzzo Symbolico” (Ed.ni Mondo Nuovo, Pescara 2022).
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In te …Giovanni..la storia è innata..Complimenti..👏👏👏🤩😍