Anche Alessio Postiglione di Formiche sarà presente a Libropolis, il festival di editoria e giornalismo organizzato dall’associazione Libropolis con il patrocinio del Comune di Pietrasanta e in collaborazione con la rivista periodica online L’Intellettuale Dissidente e GOG Edizioni, che per tre giorni, da venerdì 8 a domenica 10 ottobre, animerà il chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta in occasione della quinta edizione.
Postiglione presenterà il suo ultimo libro, “Calcio & geopolitica. Come e perché i paesi e le potenze usano il calcio per i loro interessi geopolitici”, Edizioni Mondo nuovo, scritto con Valerio Mancini e Narcìs Pallares, sul ruolo di soft power che il calcio ricopre oggi per Stati e nuove forme di potere liquido e transnazionale.
Lungo e articolato è il cartellone del festival anche quest’anno, che include alcuni dei più noti opinionisti della scena socio-politica e culturale italiana, come Paolo Cacciari, Luisa Viglietti, Paolo Savona, Mario Sechi, Nadia Urbinati, Camilla Conti, Roger Abravanel, Guia Soncini, Stenio Solinas, Paolo Ercolani, Natalino Irti, Alessandro Sallusti, Luca Palamara, Nicoletta Iacobacci, Marco Tarchi, Francesca Bocca Aldaqre, Roger Abravanel, Juri Camisasca, Davide Brullo, Andrea Zhok, Dario Fabbri, Sebastiano Caputo, Filippo Ceccarelli, Orietta Moscatelli, Giancarlo Dotto, Francesco Semprini e molti altri ancora.
Domande e dubbi sono da sempre la cifra di Libropolis che quest’anno propone al pubblico sei livelli di lettura del presente per riflettere insieme sulle “metamorfosi del potere” ed elaborare scenari avveniristici. All’alba del Ventunesimo secolo, l’epidemia ha accelerato un processo che appare ormai ineluttabile: il rafforzamento della tecno-democrazia. Di fronte a questo scenario, in piena “circolazione delle élite”, si intravedono le conflittualità tra legittimità e competenza, tra popoli e istituzioni iper-burocratizzate, tra demagogia e nuove centrali di potere. Molteplici sono quindi i tavoli del Grande Gioco: nel digitale emergono le grandi piattaforme, in politica si ridisegnano i rapporti tra Stati e apparati sovranazionali, nel mondo mutano i rapporti di forza tra grandi potenze, la questione della tecnica torna centrale.
La scena di Libropolis sarà aperta venerdì 8 ottobre alle 17 dalla conversazione su “L’imbroglio del capitalismo green” tra Paolo Cacciari e Thomas Fazi; seguirà quella su Le nuove frontiere della finanza: governare il mercato digitale” con Paolo Savona e Mario Sechi. Tra le vicende dibattute c’è quella che riguarda il caso della magistratura italiana che sarà affrontata da Alessandro Sallusti e Luca Palamara, mentre Roger Abravanel e Lorenzo Castellani si occuperanno di dare un nome ai “padroni dello spirito del tempo: democrazia, tecno-populismo, aristocrazia”. Il caso Mattei avrà un posto di primo piano con il libro di Federico Mosso che dimostra “quando il potere uccide”, e sempre a proposito di potere e della sua ‘letteratura’ sarà invitato a raccontare la sua esperienza in quelle stanze il giornalista Filippo Ceccarelli.
Libropolis è il regno del dubbio e delle domande, e tra queste c’è quella urgente: Quale dissenso nell’epoca della post-democrazia?”: saranno chiamati a interrogarsi e rispondere Nadia Urbinati, Paolo Ercolani e Agnese Pini. Ed esiste un ‘deep state italiano? Le risposte sul Prepotere saranno affidate a Flaminia Camilletti e Camilla Conti. Cosa c’è dopo il neo-liberismo? Proveranno a rispondere Carlo Formenti, Andrea Zhok e Alessio Mannino.
“La quinta edizione – commenta Alessandro Mosti, presidente dell’associazione Libropolis – sarà uno straordinario viaggio nelle meccaniche profonde del potere, da percorrere seguendo il filo rosso che lega la gran parte degli eventi del festival: il rapporto tra decisore politico e poteri non elettivi, a carattere tecnico, che ormai condizionano la vita dei cittadini e le scelte politiche allo stesso modo, se non forse ancor di più, di quelli elettivi e rappresentativi.
Si tratta di un tema decisivo della modernità, che affronteremo dialogando con alcune delle più autorevoli personalità italiane che provengono dal mondo delle autorità di controllo e della finanza, e questo rapporto dialettico tra tecnica e democrazia lo vivono ogni giorno”.