A cura di MASSIMO SERIACOPI
All’interno della lucida Prefazione al volume di ROSSANO DE LAURENTIIS (Apocrifia e attribuzionismo, pp. 515) vengono delineati prima lo status quaestionis riguardante la trasmissione delle rime sparse dantesche, poi la metodologia applicata dal curatore e i risultati da lui raggiunti nel corso dell’analisi, riconosciuta come accurata e decisamente apprezzabile per apparato e note, dei trentuno componimenti attribuiti, da codici o da edizioni a stampa, all’Alighieri.
La corona di sonetti e canzoni, il titolo della quale è stato scelto per riprodurre l’incipit del componimento n. XXII tràdito dal manoscritto fr. 1203 della parigina Biblioteca Nazionale di Francia, è effettivamente corredata da una ricca messe di informazioni e da un commento ampio e approfondito e, come viene giustamente notato, «entrare nello spirito della rimeria dantesca […] permette di cogliere appieno l’allegoria racchiusa nella Commedia» (p. 9).
Nella Prefazione stilata da Veronesi alle pp. 1-933 con altrettanta chiarezza vengono esplicitate le varie fasi del percorso presentato: e se da una parte si sottolinea come da una proposta del genere «a volte emerge, da questi testi marginali e problematici, un Dante diverso» (p. 20), che sembra mostrare una “zona d’ombra” con atmosfere torbide e cupe in campo amoroso; dall’altra si riscontrano tratti esoterici sicuramente presenti nel percorso dantesco, oltre a una sorta di «soffio platonico» (p. 32) che pervade alcune poesie e a «una stessa utopica ansia di rinnovamento» che «anima la passione politica e quella amorosa» (p. 33), siglando così, nel complesso, sia un arricchimento nell’indagine delle sfaccettature complesse del messaggio dantesco, sia un motivo di riflessione sulla storia del gusto e della cultura di un’epoca, e sul «riflesso creativo della diffusa e fertile risonanza del mito di Dante» (ibidem).
La trattazione dei testi, che tiene conto di tematiche, espressione dei concetti e scelte stilistiche e che evidenzia affinità degne di nota con il “Dante maggiore”, è suddivisa in trentuno capitoli, ognuno dedicato a una delle trentuno poesie prese in esame, ed è arricchita da una Piccola appendice stilometrica alle pp. 121-127; strumenti informatici e statistici appaiono convenientemente utilizzati nel percorso d’analisi, il che permette un ulteriore arricchimento.
Va notato che entrambe le introduzioni, che si rivelano poi ognuna a suo modo dei cospicui saggi interpretativi, oltre che delle dichiarazioni metodologiche, sono caratterizzate da un equilibrio e da un procedimento cauto e pacato nell’affrontare una eventuale attribuzione certo non pacifica e incontrovertibile: ma viene giustamente notato che non è produttiva l’acquiescenza rispetto ai dati considerati, troppo passivamente, come acquisiti una volta per tutte.
[Fonte: La rassegna della letteratura italiana, anno 127°, serie IX, n° 1, Gennaio/Giugno 2023. Recensione a cura di Massimo Seriacopi]