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[…] Il recente acquisto del Newcastle, storica società inglese (fondata nel 1892), da parte di un consorzio guidato dal Public Investment Fund, fondo sovrano dell’Arabia Saudita, con il suo carico di polemiche e perplessità legato alla tutela dei diritti umani in quel Paese arabo (di cui Amnesty International ha denunciato più volte le violazioni) ha rilanciato il discorso del rapporto del mondo del calcio con le relazioni internazionali e la politica mondiale. Proprio di questo intreccio spesso perverso si occupa il libro – molto interessante e molto dettagliato nelle ricostruzioni e nelle fonti utilizzate – scritto da Pallarés-Domenéch, Postiglione e Mancini, trio ben combinato, formato da giornalisti e analisti politici. Si parte dall’assunto che il calcio sia – da sempre, basti pensare all’uso che il fascismo fece del Mondiale italiano del 1934 – un attore geopolitico fondamentale, un modo attraverso il quale gli Stati inseguono l’obiettivo di proiettare all’esterno ideologie, potenza e valori. Un “potere dolce”, quello del pallone, per attrarre, convincere, persuadere. Ecco quindi l’importanza per il Qatar di organizzare il Mondiale del 2022, l’uso spregiudicato del calcio da parte della Cina, con il progetto 2016-2050 (“realizzare 20 mila scuola calcio, puntare ad avere 30 milioni di praticanti tra gli alunni e 50 tra tutta la popolazione, costruire 70 mila campi da calcio in tutto il Paese, portare la Cina al livello delle altre super potenze nel gioco del calcio”) che sembra già naufragato, la mediatizzazione forse eccessiva del fenomeno calcio. «La geografia del calcio – scrivono gli autori – si disegna anche a partire da gasdotti, fonti energetiche, accessi al mare, esprimendo identità e narrazioni che mobilitano le masse». E poi tutto quello che ruota attorno al mondo del pallone, dal giro d’affari sempre crescente alle fratture sociali, dallo scandalo della Fifa al Narco-futbol della Colombia. E quindi i tifosi, i diritti Tv, il racconto di un campione come Maradona e l’uso che ne è stato fatto, il caso della Catalogna, l’anomalia del Principato di Monaco. Una chiave di lettura particolare, per meglio comprendere cosa è diventato il calcio dei nostri giorni ma anche per orientarci nell’avvenire delle relazioni internazionali.
CALCIO & GEOPOLITICA, come e perché i Paesi e le potenze usano il calcio per i loro interessi geopolitici; di Narcìs Pallarés-Domenéch, Alessio Postiglione e Valerio Mancini; Edizioni Mondo Nuovo, 200 pagine, 16 euro.