Dall’articolo di Maristella Carbonin del 14 gennaio 2021:
“Balena appena, nell’ombra, lo scintillio di quegli occhi scuri, densi di dignità e fierezza. Uno sguardo appena intuito nel gioco della luce, ma che resta ficcato dentro come uno spillo. La finestra di un ristorante a Smara, Algeria, diventa la cornice di una delle storie, tante, che parlano attraverso gli scatti di Luca Greco. Sindacalista della Cgil, nella vita di tutti giorni, durante i suoi viaggi ha intrecciato alla passione per la fotografia la voglia di documentare. ll suo libro fotografico ’Le strade dell’apartheid’ (Edizioni Mondo Nuovo) coniuga immagini di Palestina, Israele, Irlanda del Nord e Sahara Occidentale assieme a testi teatrali e appunti filosofici su storia, tempo e memoria. Filo rosso di tutto il progetto Ia libertà, nella sua assenza: «La segregazione fisica e mentale lega ed accomuna queste storie. Le strade di Belfast, come quelle di Hebron, Tulkarem, Dheishe, New Askar, Daklha e Smara trasudano claustrofobia. La si legge nei muri, ma anche negli occhi». […]
Non solo immagini ma anche parole… «Ho cominciato a mettere per
iscritto alcune delle cose che raccontavo quando, nelle varie mostre, mi trovavo a spiegare le foto. Nel frattempo Chiara Tarabocchi, drammaturga milanese, ha scritto tre monologhi, uno per ogni popolo in mostra: saharawi, irlandese e palestinese. Insomma, ne è nato un progetto teatrale e poi il libro. Unisce più di 40 foto, appunti di viaggio e parte dei monologhi». […]”
Fonte: Il Resto del Carlino – Ferrara, 14/01/2021