"Trenta pregnanti immagini documentano un rapporto tra uomo e natura che, senza sconfinare nel misticismo o tantomeno in un ecologismo di facciata, invita a ripensare il nostro posto nei luoghi del mondo." (Aracne Rivista)
"Il libro usa parole e immagini come atto di resistenza, come strumento per strappare all’oblio della storia le storie di questi popoli vinti ma non sconfitti. Le storie di uomini e donne che ancora oggi continuano a resistere e a lottare. Il filo conduttore lega e accomuna queste storie è infatti la segregazione fisica e mentale nella quale sono costretti a vivere la loro quotidianità." (Da riccardoperini.it)